Il termine yoga
Il termine yoga deriva dalla radice sanscrita yuj, che significa unire, aggiogare; indica anche un mezzo, un procedimento per raggiungere qualcosa.
Il termine yoga è stato associato sia nel mondo antico, sia in quello attuale, ad una serie di aggettivi che in qualche modo lo caratterizzano differenziando un certo modo di intendere e pratica lo yoga da un altro.
Qui prendiamo in esame lo yoga che noi pratichiamo e che viene attestato dalla tradizione ovvero lo hatha yoga, inteso come un insieme di pratiche psicofisiche che parte dalla nostra realtà corporea per giungere a risvegliare il nostro potenziale come esseri umani per uno scopo evolutivo.
I due fonemi ha e tha simboleggiano il sole e la luna, astri che nella simbologia yoga rimandano alle due nadi (canali energetici) IDA e PINGALA. Il termine nadi significa fiume e sta ad indicare un flusso di energia che scorre in determinate parti del corpo. Ida e pingala scorrono ai due lati della colonna vertebrale intersecandosi in punti ben precisi denominati chakra (ruote) e indicano una polarità: sole e luna, giorno e notte, maschile e femminile, attivante e calmante, energia fisica e psichica ecc…
Si pongono dunque come una coppia di opposti e scopo dello yoga è appunto riunificare queste energie polari per reintegrarle in un unico flusso, l’energia della coscienza che simbolicamente scorre al centro della colonna vertebrale ed è denominata sushumna nadi.
Questa complessa simbologia, che si basa su una fisiologia energetica del corpo, considerato come un microcosmo, si afferma in India nell’ era medioevale indiana
(XV sec d.C.) con la corrente di pensiero tantrica, e viene espressa all’interno di testi come lo Hahta Yoga Pradipika, la Gheranda Samhita e la Shiva Samhita.
Le origini dello yoga in realtà sono molto più antiche e risalgono addirittura al III-IV millennio a.C., nella civiltà dell’Indo, che fu una delle primissime civiltà della storia e che sorse nella fertile vallata del fiume Indo, oggi nello stato del Pakistan.
Ne abbiamo traccia in alcuni reperti archeologici che raffigurano uno yoghi assiso in una posizione yoga.
Lo yoga visse e fu tramandato attraverso i millenni come un corpus di pratiche psicofisiche fino all’epoca dei Veda, testi sacri dell’India risalenti al II millennio a.C..
Importanti concetti yoghici sono espressi nelle Upanishad, testi che rappresentano la parte più tarda ed esoterica dei Veda (VI sc. a.C.).
A cavallo della nostra era iniziò in India la scrittura di testi che tramandassero l’enorme patrimonio culturale-religioso indiano, i sutra, (lett. filo).
Tra di essi troviamo il testo più importante dello yoga giunto fino a noi, dove vengono canonizzati i principi dello yoga cosiddetto classico e il cui messaggio è universale e appartenente ad ogni tempo; gli Yoga Sutra di Patanjali, autore che fu forse anche un filosofo e un grammatico, oltre che un grande praticante dello yoga.
Questa breve introduzione serve a mostrarci lo yoga da un lato come una pratica millenaria, dall’altro a fornirci alcuni indizi per mantenerci aderenti al vero spirito di questo antico sentiero, rintracciabile negli antichi testi e reso vivo da una pratica attenta e consapevole.